COMPRENDERE I VERI OBBIETTIVI DEL PAZIENTE: UN METODO CHE FA LA DIFFERENZA


( Tempo di lettura: 3:10 min )
Seguendo il filo logico dei precedenti due articoli:
vediamo ora il secondo step, dopo aver investigato:
COMPRENDERE
Letteralmente, comprendere, vuol dire afferrare, cogliere con la mente il senso di qualcosa, capire qualcuno a livello spirituale, psicologico, affettivo.
Quando un paziente entra in uno studio di fisioterapia, porta con se molto di più di una diagnosi medica o di un problema.
Dietro al dolore di un ginocchio o una limitazione alla spalla, ci sono aspettative, paure, bisogni personali e spesso una visione confusa di ciò che significa ” guarire “.
Per questo, uno degli aspetti più sottovalutati ( ma fondamentali ) nel tuo lavoro, è la capacità di comprendere i veri obbiettivi del tuo paziente.
Ma come fare?
OLTRE AL SINTOMO L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO ATTIVO
Il primo passo è quello di saper ascoltare, non in modo passivo.
L’ascolto attivo è una competenza comunicativa che va allenata con pazienza e che consente di cogliere ciò che il paziente dice ( e non dice ), attraverso le parole, il tono, l’atteggiamento, il linguaggio del corpo.
Domande semplici come:
- ” Cosa vorrebbe tornare a fare, che ora le è difficile?”
- ” In che modo questo problema le sta limitando la vita? “
possono aprire scenari molto diversi rispetto al solo recupero articolare o al superamento del dolore.
IL MODELLO SMART: OBBIETTIVI CHIARI E CONDIVISI
Un buon metodo che ho imparato, da venditore, nel quantificare gli obbiettivi dei miei clienti, per trasformare le informazioni raccolte in obbiettivi realistici e condivisi, è il metodo S.M.A.R.T.
- Specifici
- Misurabili
- Attinenti
- Raggiungibili
- Temporizzati
Anzichè lavorare su un generico “voglio stare meglio” oppure “voglio che mi fai passare il dolore”, si può trasformare in: “voglio riuscire a camminare per 1 ora entro 4 settimane, senza dolore al ginocchio”.
Questo tipo di formulazione aiuta sia il paziente che il terapista a monitorare i risultati in modo concreto.
LA MAPPA DEL SIGNIFICATO: QUAL’E’ IL VERO “PERCHE’?”
Molti pazienti sono spinti da un obbiettivo tecnico, ma da un “perchè emotivo”.
Una persona non vuole solo aumentare l’escursione articolare, vuole tornare a giocare con i nipoti, a fare escursioni o semplicemente vestirsi da sola.
Usare domande aperte come: “perchè è importante per lei migliorare questa funzione?”, può aiutare a far emergere valori personali profondi, che motivano davvero il paziente ad effettuare l’intero percorso riabilitativo
COLLABORAZIONE, NON DIREZIONE
E’ fondamentale ricordare che gli obbiettivi non vanno imposti ma co-costruiti.
Tu apporti competenze tecniche, il paziente conosce il proprio corpo e la propria vita. Il miglior risultato si ottiene nel momento in cui entrambi lavorate in sinergia.
CONCLUSIONE
Comprendere i veri obbiettivi di un paziente, non significa solo valutare ROM, forza o ridurre il dolore, significa entrare in connessione con le sue reali esigenze e motivazioni.
Lavorare non solo su “cosa ottiene” grazie al percorso, ma anche “cosa non ottiene” se non lo esegue.
L’approccio empatico, supportato da strumenti come l’ascolto attivo, il modello S.M.A.R.T. e la ricerca del significato personale, trasforma il percorso riabilitativo in un’esperienza più umana, efficace e soddisfacente per entrambi.
Buona riabilitazione.
DENIS CARUSO